Era il 1968 quando Robert Rauschenberg (1925-2008), uno dei maggiori artisti di arte contemporanea del XX secolo, decise di abbandonare il suo studio di Manhattan per trasferirsi a molte migliaia di chilometri di distanza, a sud, su un’isoletta piatta, disseminata di palme e di spiagge di sabbia bianca lungo la costa occidentale della Florida, Captiva.




Acquistò la proprietà in un momento in cui molti altri artisti decidevano anche essi di spostarsi da New York per andare a vivere altrove: Jasper Johns andò a Saint Martin nei Caraibi, Roy Lichtenstein a Southampton, Donald Judd a Marfa, nel Texas… Anche Rauschenberg era alla ricerca di un posto remoto e tranquillo dove ritirarsi per vivere e lavorare in pace. Erano quelli, giorni parecchio agitati negli Stati Uniti: scontri razziali, l’assassinio di Bob Kennedy, la morte di Martin Luther King… il mondo si era trasformato in posto non proprio accogliente.

Rauschenberg con una modella della testata LIFE, New York 1951. Si ringrazia http://www.rauschenbergfoundation.org

Captiva era un’alternativa attraente, aveva “quel qualcosa di magico inspiegabile” che descrisse Rauschenberg in una lettera che è conservata negli archivi della Fondazione che porta il suo nome. Si trasferì sull’isola nel 1970 e vi rimase per 38 anni, fino alla sua morte nel 2008, stregato da quel posto incantevole che esercitò una profonda influenza sulla sua arte. Arrivò a Captiva a bordo di un ferry, ma oggi l’isola è collegata tramite la Sanibel-Captiva Road e il ponte Sanibel Causeway all’isola di Sanibel che le sta a fianco.
La prima casa che comprò fu Beach House, una villa a due piani sulla spiaggia: si trasferì a Beach House dove costruì il suo atelier al piano terreno che in origine era aperto e che fece chiudere e dove mise delle porte a vetro scorrevoli che davano direttamente sulla spiaggia. In questo studio creò la celebre serie di Cardboard con le scatole in cartone che aveva utilizzato durante il suo trasloco. Al piano di sopra, l’interno era bianco con pochissimi mobili. In questa casa Rauschenberg visse fino al 1990, quando decise di spostarsi in un’altra casa adiacente. Acquistò nel decennio successivopoi diverse case e un edificio sospeso sull’acqua utilizzato da pescatori, disseminati in uno spazio di 20 acri diventando così il proprietario più importante dell’isola e cercando di mantenerla così come l’aveva trovata. E’ stato detto che Captiva esercitò un’influenza importante sul suo modo di fare arte e infatti i lavori postumi al suo arrivo sono diversi da quelli molto più complessi che aveva eseguito quando viveva a New York.

Nel 1990 nasce per sua volontà la Robert Rauschenberg Foundation, un’organizzazione non-profit che si occupa di diffondere la conoscenza delle cause che egli portava avanti (come la pace nel mondo, l’impegno a favore dell’ambiente e le cause umanitarie) e per preservare e far conoscere il suo lavoro; dal 2012 esiste un Residency program che permette di accogliere a Captiva degli artisti e studiosi selezionati da un apposito comitato che possono essere alloggiati nelle case che furono di Rauschenberg.
Nel 2002 Rauschenberg è colpito da un ictus che gli blocca metà del corpo e che però non gli impedisce di riprendere a lavorare dopo qualche tempo. Muore il 13 maggio 2008 a seguito di una polmonite.
Consuelo Valenzuela
L’autrice di questo articolo ha scritto un libro dedicato alle case di artista che si intitola: « Guida alle più belle case di artisti in Italia », ed. Stampa Alternativa, 2016, pp. 215 con fotografie, prezzo 18 Euro
Molto interessante.io avevo studio in riva al Ticino. A Brera ho conosciuto Artisti marini marini Crippa,Dova Benevelli Messina e altri.
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Grazie gentilissima Miranda. Se ha voglia di raccontare come era il suo studio in riva al Ticino sarò ben lieta di ascoltare e scrivere la sua testimonianza. Mi faccia sapere. A presto
Carla
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